UNICREDIT: «FACEBOOK NON È ETICA»
Pare che il gruppo di credito italiano ed europeo, che dispone di un’utenza di oltre 25 milioni di clienti, voglia privilegiare i canali di comunicazione digitale di proprietà (sito web, email, call center, ecc.).
Alla base c’è un problema che pochi osano mettere in evidenza: la facilità con la quale è possibile falsificare, alterare, costruire la propria identità-digitale su Facebook, molto più che su altri social.
Molto più che su Linkedin, per esempio, e molto più che su Twitter per i limiti oggettivi di pubblicazione coi quali nacque il social del cinguettio.
Una semplice prassi di differenziazione del business o un ritorno alla realtà?
Sicuramente questa doccia di realtà non è toccata solo a Facebook: anche Amazon ha fortemente investito in settori differenti dal web, orientandosi verso ambigue soluzioni, tra store fisici, servizi postali, contenuti di video entertainment e algoritmi che licenziano i dipendenti…
Direttore creativo
Officina Mirabilis